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Museo archeologico Nave Punica

La sede museale, è il Baglio Anselmi, una costruzione nata sul finire del secolo scorso come stabilimento vinicolo per la produzione del "Marsala". Il baglio è costituito da corpi di fabbrica aperti su di un ampio cortile interno. Gli spazi espositivi del museo sono quelli dei due grandi magazzini del baglio, dove venivano stivate le botti. Nel cortile interno è visibile un saggio di scavo che ha portato alla luce una tomba, una fornace, e strutture murarie che documentano la notevole frequentazione dell'area sin dal IV sec. a.C.
 
Il museo espone il relitto della nave punica ed illustra la storia di Lilibeo e del territorio storicamente ad essa connesso, dalla preistoria al medioevo.
Lilibeo fu fondata intorno al 397 a.C. dai superstiti della vicina isola fenicia di Mozia, distrutta dal tiranno siracusano Dionisio. Essa divenne ben presto una inespugnabile base militare cartaginese riuscendo, grazie alle sue imponenti fortificazioni, a resistere all'assedio di Dionisio nel 368 a.C., e a quello di Pirro, nel 277 a.C. Nel corso della prima guerra punica, Lilibeo costituì per i Cartaginesi la base di difesa in Sicilia contro i Romani che riuscirono ad ottenerla soltanto a seguito della ratifica del trattato di pace, nel 241 a.C.. Il ruolo di testa di ponte verso l'Africa fu mantenuto anche nel corso della seconda guerra punica quando i Cartaginesi tentarono, invano, di rioccuparla. Sotto il dominio romano visse un periodo di prosperità economica, mantenendo il suo carattere di importante base navale. Diventata municipio in età augustea, Lilibeo fu elevata al rango di colonia. Agli inizi del V sec., quando la città fu devastata dai Vandali, è documentata la presenza in essa di una comunità cristiana, essendo stata istituita, al tempo del Papa Zosimo, la diocesi di Lilibeo.
 
Le collezioni. Il museo è nato per la conservazione e l'esposizione del relitto della nave punica (metà III sec. a.C.) rinvenuto nel 1971 nel tratto di mare al largo dell'Isola Lunga, in prossimità di Punta Scario, all'imboccatura nord della Laguna dello Stagnone di Marsala. A partire dal 1986 in esso sono confluiti materiali provenienti dalle campagne di scavo condotte nell'area archeologica di Lilibeo dalla Soprintendenza di Palermo e, dal 1987 in poi, dalla Soprintendenza di Trapani, insieme ad un ristretto gruppo di reperti prima conservati nel Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani e nel Museo Whitaker di Mozia.
 
L'ordinamento, ad un tempo cronologico e topografico, si articola per sezioni dove l'esposizione dei reperti è introdotta da pannelli didattici.
 
Sala 1 Relitto della nave punica.
Il relitto è quello di una nave di linea slanciata che per le caratteristiche del fondo della carena, sulla linea di galleggiamento, può essere individuata come nave da combattimento a remi, naufragata intorno alla metà del III secolo a.C., in coincidenza con la battaglia delle Egadi che concluse la prima guerra punica nel 241 a.C. Il relitto, di cui si conservano la parte poppiera e la fiancata di babordo, per circa m. 10 di lunghezza, è costituito da fasciame, rivestito originariamente sul lato esterno da lamine di piombo. In una ipotetica ricostruzione, è possibile definire la lunghezza di m. 35, la larghezza di m. 4,80, la stazza di 120 tonnellate, con un possibile equipaggio di 68 vogatori, 34 per lato, che azionavano i 17 remi di ogni fiancata. Le linee-guida e i segni dell'alfabeto fenicio-punico, incisi e dipinti sul fasciame, hanno consentito di conoscere la veloce tecnica di costruzione navale delle maestranze puniche nota dalle fonti classiche (Polibio, Plinio). Sono esposti anche materiali riferibili alla dotazione di bordo: ceramiche varie, pezzi di cordame, una ramazza di frasche, rametti di cannabis sativa e numerose pietre di zavorra.
 
 
Sala 2
Pannelli didattici relativi alla localizzazione geografica del sito, alla storia della città di Lilibeo ed alla sua conformazione urbana.
 
Sala 3
- reperti provenienti dal comprensorio di Marsala e di Mazara del Vallo, da Mozia e dalla necropoli di Lilibeo;
- plastico esplicativo ed immagini fotografiche dell'insula di Capo Boeo (fine III sec. d.C.). Nella sala è esposto un tesoretto aureo, di età ellenistica, rinvenuto recentemente nel mare di Marsala.
 
Sala 4
Epigrafi latine.

Baglio Anselmi


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